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Greg Jager

La ricerca di Greg Jager si articola mediante dispositivi interdisciplinari basati sulla costante ricerca teorica, che sollevano domande sulla società contemporanea, le sue contraddizioni e il suo patrimonio, con l’obiettivo di attivare la costruzione partecipativa di nuovi ecosistemi attraverso l’esperienza artistica.
Il suo lavoro non si vincola alla riconoscibilità formale e si configura attraverso la progettualità, che intercetta l’installazione, la performance, progetti editoriali, il confronto collettivo, che con un approccio relazionale e antropologico indagano possibili relazioni tra diverse forme di intelligenza e la collaborazione tra esse.

In questa chiave, progetti come Nigredo, Ballad of the EndGrounded o ancora Dismantle, Simulacrum of a Forest prendono forma da premesse affini, come quella di una “traccia”. Se in NigredoBallad of the End e Grounded, l’azione performativa dei partecipanti lascia in un momento posteriore le testimonianze di un accaduto, tra impronte umane, scavi e blocchi di tufo, in Simulacrum of a Forest si passa dall’intelligenza collettiva, umana, al superorganismo animale, dove l’azione endemica del bostrico tipografo (Ips Typographus) ha alterato l’ecosistema già corrotto delle foreste del Trentino a seguito della tempesta Vaia, e registrato il suo processo di colonizzazione dell’abete rosso in Trentino. Similmente, l’essere umano, con il suo abitare, colonizza e lascia tracce di sé. Tra i luoghi del Terzo Paesaggio, l’ex fabbrica di bitume Ancione S.p.a., dove l’artista ha concepito, durante una residenza a Ragusa, Dismantle, progetto attraverso il quale pone degli interrogativi sull’modello antropocentrco di mondo; lo fa andando a “smantellare” la struttura, collaborando con i residui dell’ex fabbrica, dai vetri rotti ai pancali in ferro, per lasciare aperte chiavi di lettura sul passato e infinite interpretazioni di futuro.

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